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Good Morning Sir

7 Nov

IMG_0065.JPG In livrea con papillon e mentre mi apre una porta girevole, non me lo aveva detto ancora nessuno.

Il trasloco a Garment District, dieci minuti da Times Square, un quarto d’ora dal Empire State Building, ha un certo perché.

Nonna Marcella diceva sempre:”Storta va e dritta venga” e questa 8th Avenue direi che da Columbus Circle fino Jackson Square non fa una piega. Quattro chilometri in tutto e dalla nostra magione cinque blocchi a sud c’è il Madison Square Garden mentre tre blocchi a nord, mi tremano i bit nel scriverlo, il “New York Times”.

L’affezionato lettore, Gianni Clerici docet, mi dovrà scusare e concedere una divagazione. Scuola Elementare di Via Savoia interno giorno, la maestra ci invita a commentare diversi giornali che ha portato in classe e fa notare come, la stessa notizia, sia impaginata in maniera diversa da un giornale all’altro e ciascuno di essi abbia caratteri di stampa diversi. Scopro le sottili differenze del “Quarto Potere”, mi piacciono e non mi fermo.

Quando aggiunto l’inglese alle mie battute, scopro la stampa anglosassone. Se è vero che il giornalismo italiano ha sempre quel dito che punta, quello di marca albionica cerca di fare il quadro generale, spiegare e possibilmente evitare la morale. Sei tu che devi tirare le somme, niente pappa pronta, il finale non è scritto e sei tu che devi arrivarci.

Un po’ come i settantamila di domenica a spasso per quarantadue chilometri della città. Il giorno dopo il NYT titolava,parafrasando i Beatles, “The Long Windy Roads” e, come ci hanno raccontato Jò, Paoligna, Grace e Franziska era perlopiù in faccia.

Sono arrivate in fondo anche loro, le abbiamo viste a Central Park e ci siamo emozionati insieme alle decine dì migliaia di persone ai bordi del percorso.

La sofferenza scritta sulla facce era pari solo alla voglia di arrivare e, anche solo camminando, nessuno si fermava. Molti avevano i nomi scritti sulle magliette e ancora la forza di ringraziare quando li incitavi.

I travestimenti poi non si contavano, c’era posto davvero per tutti.

Una volta arrivati l’ulteriore sfida era poi tornare a casa.

Claudicanti e con la coperta termica si aggiravano come reduci con in bella vista la medaglia guadagnata sul campo.

C’è più gusto quando le cose te le sudi e non devi abbassare la testa per ringraziare qualcun’altro.

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